Poi si può legge nella pagina del coordinamento contro la guerra una splendida frase, ma allora diamo i numeri???: “Prendete l’esempio della monarchie reazionarie del Marocco, o dell’Afghanistan. Tutti i comunisti degni del nome le devono difendere in caso di aggressione delle potenze coloniali. In altri termini, si deve stare dalla parte del più debole e mai abbaiare contro di lui insieme agli sciacalli imperialisti.” (Vladimir Lenin)
Contro la guerra ed ogni ingerenza in Siria
Sin dalla primavera 2011, sull’onda delle mobilitazioni nel mondo
arabo, anche la Siria è stata teatro di movimenti di protesta, che
chiedevano il miglioramento delle condizioni di vita e l’ampliamento
degli spazi di democrazia.Se la risposta iniziale del Governo è stata tardiva e repressiva, non diversamente dalle modalità adottate da altri Governi della regione, la successiva militarizzazione dello scontro ha reso evidente la presenza di un’opposizione armata, dietro la quale si vede chiaramente l’ampio coinvolgimento di Stati Uniti e petro-monarchie del Golfo (in primo luogo Qatar e Arabia Saudita), insieme con Gran Bretagna e Francia (e la NATO che ha affidato alla Turchia il compito di “prima linea” nell’escalation in Siria) per la caduta del Governo e lo smembramento del Paese, a sostegno della Fratellanza Musulmana e delle opposizioni armate del Consiglio Nazionale Siriano e del cosiddetto “Esercito Libero Siriano”, esercito di mercenari, sostenuti e pagati dall’Arabia Saudita e con proprio retroterra in Turchia, in chiave anti-iraniana e in prospettiva anti-russa ed anti-cinese.
La precipitazione degli eventi in Siria minaccia di degenerare in una nuova Libia, rivela un piano egemonico di destabilizzazione del Medio Oriente e torna a strumentalizzare, da parte degli attori dominanti, il principio umanitario in chiave neo-imperialistica.
Se tutto ciò è vero, è più che mai necessario proseguire la mobilitazione contro la guerra e contro ogni ingerenza straniera in Siria e coinvolgere su questa base un fronte di forze politiche, sindacali, sociali, unito senza reticenze e senza ambiguità per la pace e contro la guerra «senza se e senza ma». A questo ennesimo precipizio di guerra nel Mediterraneo bisogna opporsi, per la solidarietà e l’amicizia tra i popoli, per la giustizia e la pace.
La guerra civile e per procura è già in corso in Siria e per questo occorre mobilitarsi:
- per la fine della guerra, la cessazione delle violenze e il blocco della fornitura di armi nel Paese, a partire dalle potenze imperialiste;
- per un vero cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari concordati con le autorità siriane, sostenendo il coinvolgimento di tutte le parti disponibili al dialogo per una soluzione negoziata;
- per bloccare qualsiasi ipotesi di intervento esterno, dichiarato o mascherato sotto qualsiasi forma, di ingerenza umanitaria o no-fly- zone che servono solo ad aprire la strada all’aggressione straniera;
- perché Napoli sia sempre più convintamente ponte di pace e promotrice di dialogo, impegnandosi attivamente per la costruzione di spazi di dialogo e di negoziato per la pace e per la giustizia;
- perché tutte le forze di pace e contro la guerra si uniscano nel sostegno a Mussalaha, progetto inter-confessionale di riconciliazione dal basso, per sostenere quanti, in Siria, operano per la pace.
Coordinamento contro la Guerra: Napoli Nowar
Se qualcuno vuole darci una mano scrivetelo nei commenti oppure via mail: napolinowar@gmail.com
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