domenica 29 gennaio 2006

NON SO I NOMI DI ENRICO DE NOTARIS


PUBBLICO DI SEGUITO UN ARTICOLI INVIATOMI DA MIO PADRE IN SEGUITO AD UNA INTERESSANTE DISCUSSIONE FATTA ASSIEME, IN PIU' DI UN'OCCASIONE, SU NAPOLI. CONDIVIDO A PIENO IL GIUDIZIO LUCIDO E INCAZZATO SULLA REALTA' CHE QUOTIDIANAMENTE SI PRESENTA DAVANTI AI NOSTRI OCCHI:
SULLA CORRUZIONE DELLA NOSTRA CLASSE DIRIGENTE CHE MANGIA ALLA STESSA TAVOLA DELLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA,
SULLA ZONA "GRIGIA" DELLE FORZE DELL'ORDINE SEMPRE PIU' SIMILI AGLI SQUADRONI CORROTTI PARAMILITARI PRESENTI IN SUD-AMERICA,
SULLA FORZA IN CONTINUA ESPANSIONE DELLA CAMORRA CHE SI INSINUA NELLE NOSTRE VITE IMPEDENDOCI DI VIVERE SENZA PAURA DI MORIRE PER UNA PAROLA DI TROPPO.
CONDIVIDO IN PARTICOLAR MODO IL GIUDIZIO SU CHI DICE CHE A NAPOLI NESSUNO VUOLE DENUNCIARE, NON C'E' BISOGNO PERCHE' LE FORZE DELL'ORDINE SANNO DOVE SONO, CHI SONO, COME SI MUOVONO NELLA NOTTE COME TOPI DI FOGNA E VOGLIONO CHE POI NOI NAPOLETANI DENUNCIAMO, NON SIAMO COSI STRONZI.
DUNQUE NON CI RESTA CHE SCRIVERE E SPERARE DI ESSERE DENUNCIATI.

NON SO I NOMI
Con questa lettera temo di beccarmi una bella denuncia per vilipendio alle istituzioni dello stato, perché di tutto quello che dirò non ho le prove, per il semplice motivo che, secondo me, le prove non servono.
Denuncio una realtà che è talmente sotto gli occhi di tutti, così macroscopicamente palese da non meritare alcuna indagine, nessuna inchiesta.
Siamo alla vigilia di una nuova stagione elettorale e non c’è partito o autorità o candidato che non metta nel suo programma e nel suo proclama ai cittadini come prioritaria la lotta alla camorra.
Ebbene, io ho vissuto nei “quartieri”, ora continuo a vivere nel centro storico di questa sfortunata città e osservo, ragiono, medito: tutti conosciamo le facce dei camorristi, tutti assistiamo alle loro transazioni commerciali, sono sotto i colpevoli e complici occhi delle autorità di ogni genere (politici, carabinieri, polizia, vigili urbani); tutti ci diciamo nei capannelli e tra amici che lo stato (cioè i suoi rappresentanti) tollera perché evidentemente per tutto c’è un tornaconto; molti sussurrano che c’è anche la “paga” settimanale dei pubblici ufficiali corrotti; tutti vediamo che a Scampia, nelle case celesti, dopo le faide e la massicia presenza delle forze dell’ordine che per un po’ hanno rallentato lo spaccio della droga, ora è tutto come prima più di prima; vediamo le “volanti” percorrere i vicoli dove alligna lo spaccio e i poliziotti girarsi dall’altra parte, evidentemente per non intralciare; a molti è capitato di incorrere nella severità di inflessibili vigili urbani che ti fanno la multa per un “gravissimo” divieto di sosta o per il crimine connesso al mancato funzionamento di una freccia del nostro motorino mentre a pochi metri sfrecciano senza casco lampadatissimi figuri con tatuaggi e grugni inequivocabili; a tutti è capitato insomma di incorrere nelle maglie della ferrea legge dello stato mentre “loro”, i camorristi ed i loro complici in divisa e in grisaglia, si spartiscono il bottino.
Per piacere però risparmiateci quanto meno le analisi sociologiche degli esperti del settore, i gridi di intellettuali ed artisti che coniugano con improponibile faccia tosta la voce del verbo andare: iammucenne, iatevenne, etc. per indicarci il da farsi o per testimoniare il loro amore per la città.
Per piacere risparmiateci i “progetti per la legalità”, le conferenze di preoccupatissime autorità che invitano i cittadini a denunciare e si prodigano coraggiosamente per stimolare lo “scatto di civiltà necessario” per battere, tutti insieme!, la camorra; risparmiateci la presa per il culo dei vostri programmi elettorali anticriminalità; risparmiateci le “fiaccolate” con i questori, i prefetti, il sindaco, le maggioranze e le opposizioni, l’onorevole a caccia di qualche voto, per lo meno risparmiatele a qualche anima innocente, ai nostri bambini che rischiano fortemente di credervi; risparmiateci i maestri di strada che non si accorgono della presenza a Montesanto, ogni mattina, di una bambina in età scolare che accompagna il padre che chiede, in ginocchio, l’elemosina, e paradossalmente proprio davanti all’ex Provveditorato agli studi, in via Forno Vecchio...
Non so i nomi, nè dei camorristi nè dei loro complici e per questo non denuncio, anche perché so che in relazione ad alcune denuncie, fatte da altri, è seguito, molti mesi dopo, l’ intervento “solerte e puntuale” delle forze dell’ordine...con titoloni sui giornali e apprezzamenti per la brillante operazione di polizia, con tanto di foto e interviste alle soddisfatte e tronfie autorità.
Non so i nomi ma risparmiateci le perdite di tempo delle conferenze di deputati e senatori che interrompono il normale corso delle lezioni scolastiche per “sensibilizzare” i nostri giovani dall’alto della loro immunità parlamentare e nel frattempo, chi sa se non tramano telefonicamente o davanti a metaforici caffè con funzionari di aziende, di banche, di enti pubblici e di ASL per spartirsi posti e poteri, per costruirsi questa nuova forma di fascismo organizzata sulla formazione del nuovo ceto egemone dei politici.
Non so i nomi perché i nomi non servono, non serviranno per organizzare indagini o retate, non so i nomi perché i nomi non servono ma so che quando arrestano un camorrista è solo perchè questi è stato già “scaricato” dai suoi vecchi complici, trasformatisi in acerrimi nemici, e graziosamente consegnato alla “giustizia”.
Non so i nomi perchè i nomi non servono di fronte alla totale inciviltà della società “civile” che ovunque, nelle Università, nelle strutture pubbliche, negli enti, nei partiti, nel sottogoverno, condivide, alimenta ed applica il medesimo metodo camorristico negli avanzamenti di carriera e nelle distribuzione di incarichi, cattedre e prebende.
C’è solo da tenersi fuori, da temere che qualche autorità pubblica si offenda e mi denunci (che coraggio!), che qualche politico mi accusi di “qualunquismo” (che acume!), che qualche baronetto mi tacci di “invidia” (che faccia tosta!), che qualche camorrista mi gambizzi; c’è solo da ribadire che non so i nomi per il semplice fatto che i nomi non servono.
Denunciate me piuttosto, sono un bersaglio facile visto che non ho avuto ancora il tempo di rinnovare il bollino blu della mia vecchia auto o evitate, con coerente ipocrisia, di pubblicare questa mia o stravolgetela pubblicandola in frammenti.
Enrico de Notaris

9 commenti:

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