Chi diceva, anche tra la gente "di sinistra" che la Bonino era una buona scelta ha avuto pan per i suoi denti. Questa vecchia rinsecchita e venduta si è messa subito all'opera incontrando Kerry e prostrando l'Italia intera ai piani criminali USA.
Manlio Dinucci | Il manifesto
14/05/2013
Nell'incontro col segretario di stato John Kerry, il
ministro degli esteri Emma Bonino ha ribadito il fermo impegno
dell'Italia nel contribuire a un accordo di pace israelo-palestinese e,
in generale, al processo di pace in Medio Oriente.
Che l'Italia sia impegnata è indubbio, bisogna però vedere per che cosa.
Lo ha messo in evidenza, due giorni dopo, un
incidente aereo. Sabato è precipitato nel savonese, durante un test di
certificazione, un prototipo del caccia M-346 dell'Alenia Aermacchi
(Finmeccanica), che dal 2014 verrà fornito a Israele in 30 esemplari.
Considerato l'addestratore più avanzato oggi esistente al mondo, il
bireattore M-346 potrà essere usato dall'aeronautica israeliana non solo
per preparare i piloti ad attacchi ancora più micidiali, ma anche come
caccia da combattimento «per ruoli operativi a costi contenuti», ossia
per attacchi aerei low cost contro Gaza, la Siria e altri paesi: l'M-346
può infatti trasportare 3 tonnellate di bombe e missili. L'Alenia
assicurerà il supporto logistico. Così l'Italia contribuisce al processo
di pace in Medio Oriente che, secondo la Bonino, si sta accelerando
grazie all'«impressionante dinamismo dell'amministrazione Usa».
A Roma Kerry e la Bonino hanno parlato anche della
crisi siriana, sottolineando che occorre fare presto a trovare la
soluzione «per evitare lo spill over del conflitto nelle altre aree
della regione». La stessa logica di chi, dopo aver incendiato la casa
del vicino, grida «al fuoco» sentendosi minacciato dalle fiamme che
escono dalla casa. La soluzione, ha ribadito Kerry, deve essere
«politica», basata sulla condizione che Bashar al Assad non potrà far
parte di un governo di transizione in Siria, ossia che l'attuale governo
sia deposto e subentri quello dei «ribelli». La sua linea «diplomatica»
è chiara: quale governo debba avere la Siria lo decidono gli Usa con
l'ok degli alleati Nato. Su questo punto Kerry ha condotto a Roma
colloqui con il premier Letta e altri. Orgogliosa, la Farnesina ha
dichiarato che la città di Roma è divenuta «un importante snodo
diplomatico per il dossier mediorientale». In realtà Roma è, per
Washington, soprattutto un importante snodo militare. Lo conferma il
fatto, rivelato dal New York Times, che il Comando Usa per le operazioni
speciali (Ussocom) ha da poco inviato ufficiali di collegamento
all'ambasciata statunitense a Roma per «consigliare le forze speciali
nazionali e coordinare con esse le attività». Quale sia l'«attività»
prioritaria lo indica il fatto che ufficiali di collegamento dello
Ussocom sono stati allo stesso tempo inviati in Turchia e Giordania,
dove vengono addestrate e armate le forze infiltrate in Siria. Lo
Ussocom ha infatti il compito non solo di effettuare azioni di commandos
per eliminare o catturare nemici, ma anche quello di addestrare truppe
straniere e compiere operazioni di spionaggio.
Secondo dati forniti dallo stesso comando, esso
opera di norma in oltre 70 paesi e, lo scorso marzo, aveva operazioni in
corso in 92 paesi. L'invio di ufficiali di collegamento dello Ussocom
all'ambasciata Usa a Roma, per «consigliare» le forze speciali italiane e
«coordinare» il loro impiego, indica che l'Italia è sempre più
coinvolta nella guerra coperta condotta in Medio Oriente e Africa.
In Italia, ha precisato Kerry nella conferenza
stampa a Roma, «vivono circa 30.000 militari Usa». Aumenteranno quando,
secondo i piani, sarà trasferito da Stoccarda a Sigonella il Comando Usa
in Europa per le operazioni speciali.
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