lunedì 2 giugno 2008

È MORTO TIROFIJO MA NON LE FARC




MI INVIANO E VOLENTIERI PUBBLICO
Omaggio a Manuel Marulanda
> Rebelión
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> Pedro Antonio Marín Marín, più conosciuto come Manuel Marulanda Vélez e "Tirofijo", era il
> líder máximo de las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC). È stato, senza dubbio alcuno, il contadino rivoluzionario più grande della storia del continente americano. Durante sessanta anni organizzò movimenti contadini e comunità rurali e, quando tutte le strade democratiche legali si chiusero in maniera brutale, creò l’esercito guerrigliero più potente dell’America Latina e le milizie clandestine che lo sostenevano. Nell’epoca del maggior apogeo, tra il 1999 e il 2005, le FARC contavano con quasi 20.000 combattenti, diverse centinaia di migliaia di contadini attivisti e centinaia di unità di milizie comunali ed urbane. Anche oggi, nonostante l'esodo forzato di tre milioni di contadini come risultato delle politiche di terra bruciata
> e i massacri del governo, le FARC mantengono tra i 10.000 e i 15.000 guerriglieri nei suoi numerosi fronti distribuiti per tutto il paese.

> Ciò che hanno reso tanto importante le conquiste di Marulanda sono le sue capacità organizzative, la sua acutezza strategica, le sue intransigenti posizioni programmatiche, basate sull’appoggio delle esigenze popolari. Più di qualunque altro leader guerrigliero, Marulanda ha dimostrato una compenetrazione senza pari con i poveri delle zone contadine, dei senza terra, dei coltivatori indigenti e dei rifugiati rurali durante tre generazioni.
> Esordendo nel 1964 con un paio di dozzine di contadini che erano fuggiti dai villaggi devastati da una offensiva militare diretta dagli Usa, Marulanda costruì metodicamente un esercito guerrigliero rivoluzionario con l'assenza di contributi economici e materiali stranieri. Più di qualsiasi altro leader guerrigliero, fu un gran maestro politico rurale. Le straordinarie doti organizzative di Marulanda si andarono raffinando essendo intimamente vincolato con il contado. Così come crebbe in una famiglia contadina, visse tra loro coltivando ed organizzandoli: parlava il loro stesso linguaggio, si occupava delle loro necessità quotidiane fondamentali e delle loro speranze per il futuro. In maniera concettuale, ma anche attraverso l’esperienza quotidiana, Marulanda realizzò una serie di operazioni politiche e militari strategiche basate sul suo brillante conoscimento del terreno geografico ed umano. Dal 1964 fino alla sua morte, Marulanda sconfisse ed eluse almeno sette importanti offensive militari finanziate con più di settemila milioni di dollari di aiuti militari usamericani, che includevano migliaia di “berretti verdi”, corpi speciali, mercenari, più di 250.000 militari colombiani e 35.000 paramilitari integrati negli squadroni della morte.
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> A differenza di Cuba o Nicaragua, Marulanda costruì una base massiccia ed organizzata, preparò una dirigenza in gran parte rurale, dichiarò apertamente il suo programma socialista e non ha mai ricevuto appoggio politico o materiale dei cosiddetti “capitalisti progressisti”.
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> A differenza dei corrotti e avidi gangesters di Batista e Somoza, che saccheggiavano e si ritiravano sotto pressione, l’esercito colombiano è un formidabile apparato di repressione, altamente addestrato e disciplinato, oltre ad essere sostenuto dai criminali squadroni della morte.
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> Durante le decadi degli anni sessanta, settanta e ottanta, numerosi movimenti guerriglieri si alzarono in armi, lottando con maggiore o minore capacità e, dopo, sparirono assassinati, sconfitti (altri si convertirono anche in collaboratori) o si integrarono nei partiti e nei reparti elettorali. Poco numerosi, lottavano in nome di inesistenti “eserciti popolari”, la maggioranza erano intellettuali, che familiarizzavano più con i discorsi europei che con le microstorie, la cultura popolare e le leggende dei popoli che cercavano di organizzare.
> Furono isolati, circondati e sconfitti; lasciarono forse una eredità ben pubblicizzata di sacrificio esemplare, però non cambiarono nulla sul terreno.
> Al contrario Marulanda incassò i migliori colpi dei presidenti controinsurgenti d i Washington e Bogotà e glieli ritornò al cento per cento. Per ogni villaggio raso al suolo, Marulanda reclutò decine di contadini alla lotta, inviperiti e senza più casa, e li addestrò con enorme pazienza al fine di trasformarli in quadri e comandanti. Più di qualsiasi altro esercito guerrigliero, le FARC riuscirono a diventare un esercito di tutto il popolo: un terzo dei comandanti donna, più del settanta per cento contadini, anche se si associarono intellettuali e professionisti, addestrati da quadri del movimento. Marulanda è stato un uomo venerato per il suo stile di vita eccezionalmente semplice, condivise la pioggia torrenziale sotto coperte di plastica. Milioni di contadini l’hanno rispettato profondamente, ma non ha mai praticato il culto della personalità: era oltremodo irriverente e modesto, ha preferito delegare i compiti importanti ad una direzione collettiva, con molta autonomia regionale e flessibilità tattica. Accettò un ampio ventaglio di opinioni sulle tattiche, anche quando era profondamente in disaccordo con esse.
> All’inizio degli anni ottanta, molti quadri e leaders decisero di provare la via elettorale, firmarono un “accordo di pace” con il presidente colombiano, crearono un partito – la Unión Patriótica – e fecero eleggere molti sindaci e deputati. Ottenendo copiosi voti nelle elezioni presidenziali, Marulanda non si oppose pubblicamente all’accordo, però non abbandonò le armi né “scese dalla montagna alla città”. Molto più lucido dei professionisti e dei sindacalisti che si candidarono alle elezioni, Marulanda comprese il carattere estremamente autoritario e brutale della oligarchia e dei suoi politici. Sapeva che i governanti della Colombia non avrebbero mai accettato una riforma agraria giusta solo perché “pochi contadini analfabeti li avrebbero sconfitti nelle urne”. Nel 1987, più di 5.000 membri della Unión Patriótica furono assassinati dagli squadroni della morte della oligarchia, tra loro tre candidati alla presidenza, una dozzina di congressisti, donne, sindaci e consiglieri. I sopravvissuti fuggirono nella selva e si unirono di nuovo alla lotta armata o presero la via dell'esilio.
> Marulanda fu un maestro nel momento di rompere gli accerchiamenti ed evitare le campagne di annichilimento, soprattutto quelle che disegnarono i migliori e più brillanti strateghi del centro della controinsurgenza dei Corpi Speciali del US Fort Bragg e della Scuola delle Americhe. Sul finire degli anni novanta, le FARC avevano il controllo su più della metà del territorio del paese, bloccavano le autostrade e attaccavano basi militari a solo 65 kilometri dalla capitale. Molto debilitato, l’allora presidente Pastrana accettò negoziati seri di pace, per i quali le FARC chiesero una zona smilitarizzata e un programma che includeva cambi strutturali di base nello Stato, l’economia e la società.
> Differentemente dalle guerriglie centroamericane, che lasciarono le armi per incarichi elettorali, prima di deporre le sue, Marulanda insistette nella redistribuzione delle terre, nello smantellamento degli Squadroni della morte e la destituzione dei generali colombiani implicati nei massacri, in una economia mista basata in buona misura sulla nazionalizzazione dei settori economici strategici e con il finanziamento su grande scala dei contadini per lo sviluppo della coltivazione alternativa alla coca.
> A Washington, il presidente Clinton assisteva isterico a quello spettacolo e si oppose alle negoziazioni di pace, specialmente al programma di riforme, così come ai dibattiti pubblici aperti e ai fori di dibattito organizzati dalle FARC nella zona smilitarizzata, ai quali partecipava numerosa la società civile colombiana. La accettazione da parte di Marulanda del dibattito democratico, la demilitarizzazione ed i cambiamenti strutturali smascherano la menzogna dei socialdemocratici occidentali, latinoamericani e degli universitari del centrosinistra, che lo accusarono di “militarista”.
> Washington tentò di ripetere ‘il processo di pace centroamericano’ imbonendo i capi delle FARC con la promessa di incarichi elettorali e privilegi, in cambio avrebbero dovuto vendersi i contadini ed i colombiani poveri. Allo stesso tempo Clinton con l’appoggio dei partiti del Congresso fece approvare un progetto di legge di sovvenzionamento di duemila milioni di dollari per finanziare il maggiore e più cruento programma di controinsorgenza dai tempi della guerra in Indocina, denominato “Plan Colombia”. Il presidente Pastrana dette per terminato in forma brusca il processo di pace ed inviò soldati nella zona demilitarizzata perché si catturassero i vertici delle FARC, ma quando arrivarono Marulanda ed i suoi compagni, erano già andati via da lì.
> Dal 2002 fino ad oggi le FARC hanno alternato attacchi offensivi alle ritirate difensive, specialmente dalla fine del 2006.
> Con un finanziamento senza precedenti e con l'appoggio tecnologico ultramoderno degli USA, il nuovo presidente Alvaro Uribe – socio di narcotrafficanti ed organizzatori di squadroni della morte – ha adottato una politica di terra bruciata per accanirsi con la campagna colombiana. Tra le elezioni del 2002 e la sua rielezione nel 2006, più di 15.000 contadini, sindacalisti, lavoratori dei diritti umani, giornalisti ed altri critici furono assassinati.
> Intere regioni della campagna furono svuotate: nello stesso modo dell’Operazione Phoenix usamericana in Vietnam, si contaminò la terra delle coltivazioni con erbicidi tossici, più di 250.000 soldati e loro complici paramilitari degli squadroni della morte decimarono ampie zone della campagna colombiana controllate dalle FARC. Elicotteri provenienti da Washington bombardarono la selva in missioni di ricerca e distruzione (che non avevano nulla a che vedere con la produzione di coca o con l’invio di cocaina agli USA). Distruggendo tutta l’opposizione popolare e le organizzazioni contadine e cacciando milioni di colombiani, Uribe riuscì a spingere le FARC verso le regioni più remote. Così come fece nel passato, Marulanda assunse una strategia di ritirata tattica difensiva, abbandonando il territorio per preservare la capacità di lotta dei guerriglieri nel futuro.
> A differenza di altri movimenti guerriglieri, le FARC non hanno ricevuto nessun appoggio materiale dall’esterno: Fidel Castro rifiutò pubblicamente la lotta armata e allacciò rapporti diplomatici e commerciali con i governi di centrosinistra e anche migliori relazioni con il brutale Uribe.
> Dopo il 2001, la Casa Bianca etichettò le FARC come “organizzazione terrorista”, facendo pressione su Ecuador e Venezuela al fine che restringessero i movimenti alla frontiera delle FARC in cerca di approvvigionamenti. Il “centrosinistra” della Colombia si divise tra quelli che sostenevano un “appoggio critico” alla guerra totale di Uribe contro le FARC e quelli che protestavano infruttuosamente contro la repressione.
> È difficile immaginare che un movimento guerrigliero possa sopravvivere di fronte ad un finanziamento così massiccio della controinsurgenza, un quarto di milione di soldati armati dall’impero, milioni di contadini espulsi dalle proprie terre e un presidente psicopatico vincolato direttamente con una catena di 35.000 membri degli squadroni della morte. Nonostante ciò, sereno e risoluto, Marulanda diresse la ritirata tattica; l’idea di negoziare la capitolazione non gli è passata mai per la mente, né a lui né ai vertici delle FARC.
> Le FARC non hanno frontiere contigue con paesi che le appoggiano come il Vietnam aveva la Cina; nemmeno può godere, come il Vietnam, della somministrazione di armi dell’URSS né dell’appoggio massiccio internazionale dei gruppi occidentali di solidarietà, come i sandinisti. Viviamo in una epoca nella quale appoggiare un movimento contadino di liberazione nazionale non è “di moda”; nel quale riconoscere il genio di leaderes contadini rivoluzionari che costruiscono e mantengono l’autentica massa degli eserciti popolari è un tabù nei pretenziosi, loquaci ed impotenti Fori Sociali Mondiali, il cui mondo esclude regolarmente i contadini militanti e per i quali "Sociali" significa il costante intercambio di messaggi elettronici tra fondazioni finanziate dalle ONG.
> È in questo contesto così poco promettente di fronte alle vittorie di Pirro dei presidenti USA e Colombia che possiamo apprezzare il genio politico e l’integrità personale di Manuel Marulanda, il più grande contadino rivoluzionario dell’America Latina. La sua morte non genererà posters o magliette per studenti universitari di classe media, ma vivrà eternamente nei cuori e nelle menti di milioni di contadini della Colombia. Si ricorderanno sempre di come “Tirofijo”, un essere leggendario che uccisero una dozzina di volte e, nonostante questo, ritornò ai villaggi per condividere con i contadini le loro vite semplici.
> Tirofijo è stato l’unico leader che era realmente “uno di loro”, che durante mezzo secolo si è scontrato con l’apparato militare e mercenario yankee e non fu mai catturato o sconfitto.
> Ha sfidato tutti nelle loro funzioni, nei loro palazzi presindenziali, nelle loro basi militari, nelle loro stanze di tortura e nelle loro borghesi sale di redazione.
> È morto di morte naturale, dopo sessanta anni di lotta, in braccio ai suoi amati compagni contadini.
>
> ¡Tirofijo, presente!
>
> [trad. italiano Ciro Brescia]
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> Traducido para Cubadebate, Rebelión y Tlaxcala por Manuel Talens.
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> El sociólogo James Petras nació en Boston el 17 de enero de 1937, de padres griegos, originarios de la isla de Lesbos. Ha publicado más de sesenta libros de economía política y, en el terreno de la ficción, cuatro colecciones de cuentos.
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> El escritor y traductor español Manuel Talens es miembro de Cubadebate , Rebelión y Tlaxcala , la red de traductores por la diversidad lingüística. En mayo de 2008 ha aparecido su libro de ensayos Cuba en el corazón.
>
> Esta traducción se puede reproducir libremente a condición de respetar su integridad y mencionar al autor, al traductor y la fuente.

2 commenti:

Anonimo ha detto...
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